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Immagine del redattoreAndrea Baldazzi

Carlo Acutis NON era un ragazzo normale...

Almeno, non "ordinario", "normale" nel senso che intendono molti

"Tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie"

La citata frase di Carlo Acutis ha la capacità immediata di stimolare in ciascuno un breve esame di coscienza, almeno, con me l'ha fatto.

Mi sono chiesto: in che misura ciò che faccio, lo faccio perché è quello che vorrei io, coerentemente alla mia natura e al mio discernimento della volontà di Dio circa la mia vita, e quanto invece è frutto di pressioni sociali, influenze sbagliate o malsane, desideri disordinati, magari ispirati anch'essi dalle influenze del "mondo" o altro ancora?


Carlo Acutis era sicuramente uno di quelli morti "originali". Qualche giorno fa ho visto un articolo (o il post di qualcuno, non ricordo) su di lui su internet, che sosteneva che Carlo è l'esempio di come un "ragazzo qualunque", come tutti noi, possa diventare santo. Niente di più sbagliato. Carlo non era un ragazzo qualunque. Certo, gli piacevano le partite di calcio, stare con gli amici e altri piaceri leciti della vita...tutte cose "normali". Tuttavia aveva un amore per Dio e per l'Eucarestia fuori dal comune. Ripeteva sempre che nulla conta, oltre a Dio ("Non io, ma Dio"). Era cosi innamorato di Dio, e costantemente alla Sua ricerca, da dedicare ore e ore del suo tempo libero per raccogliere dati, leggere e costruire un sito dedicato ai miracoli eucaristici con cui Egli si è manifestato a noi qui sulla terra. Era un ragazzo che non scendeva a compromessi. Non si piegava alla logica del mondo in cui viveva, che a tutto lo poteva guidare, fuorché verso la radicalità della fede che ha caratterizzato la sua vita. No, Carlo Acutis era un ragazzo straordinario, che nel suo essere inserito nella vita "di tutti i giorni" viveva con la consapevolezza cristallina che Dio lo ha creato, posto in questo mondo e dato determinate doti e talenti per uno scopo: glorificare Dio nel suo modo esclusivo ed originale, come solo Carlo poteva fare.


Non viviamo da fotocopie, prendiamo esempio da Carlo e, nonostante la fatica che richiede, gettiamo i cuori in uno slancio verso il cielo, per ricercare ciò che DIO vuole che noi siamo, non il mondo. E ricordiamoci che, anche se sembra faticoso, Gesù ci ha promesso che il giogo è leggero con Lui.


Quindi, niente paura..e come disse un certo Gesù a Pietro sul lago: duc in altum (prendi il largo)!

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